L’intelligenza

Quando si legge un libro, ogni parola scorre dietro l’altra inseguendo una storia, una trama, un raconto di vita. 

Poi ad un certo punto qualche brano salta fuori dal mucchio di segni neri su carta bianca e spicca luminoso, pretendendo attenzione e distraendoti dal tran tran che avevi assimilato, adattandoti pagina dopo pagina. Un brano che senti tuo, che ti sembra descrivere perfettamente il tuo sentire, il tuo essere. 

E’ quello che mi è successo alle pagine finali di Anima Mundi, di Susanna Tamaro. Non avendo una matita a disposizione ho dovuto fare un orecchio alla pagina (orrore, lo so, ma non avevo neanche una forcina, un pezzo di foglio, un qualcosa che servisse allo scopo).

Vedi, l’errore è credere che l’intelligenza sia un nostro merito. 
Più si è intelligenti, più si tende a crederlo. L’intelligenza stessa cova dentro di sé il germe della superiorità. 
Ma superiorità a cosa? A chi?
Non siamo noi che facciamo l’intelligenza. 
L’intelligenza è un dono, una specie di piccolo tesoro di cui dobbiamo avere una gran cura. Ci viene soltanto affidata, dobbiamo rispettarla, aver fiducia in lei. Nessuno può decidere di essere intelligente, capisci? Nessuno può pretenderlo, come nessuno può decidere “quanto” essere intelligente. Basterebbe soffermarsi per un attimo su questo per sbarrare la strada all’orgoglio.

Un giorno però ci verrà chiesto di rendere conto di come l’abbiamo impiegata.”

Ora, sarà che in famiglia sperimentiamo il limite tutti i giorni, in maniera sicuramente più concreta di quanto può succedere ad altri (l’intelligenza è un dono). 

Sarà che siamo cresciuti con la cultura del “servizio” e del mettere a disposizione ciò che hai di “dono” (quindi quello che sei, le tue capacità, le tue conoscenze, la tua “intelligenza”) per costruire qualcosa, per essere di supporto a qualcuno (come l’hai usata).

Sarà che voglio rafforzarmi nella convinzione di star facendo qualcosa di utile. 

Sarà quel che sarà, ma ho visto la verità profonda di queste parole e le ho fatte subito mie. 

Abbiamo una grande responsabilità, cerchiamo di usarla bene.