Accesso precoce ai farmaci in Italia

Una puntata di Camerae Caritatis completamente dedicata all’Accesso precoce ai farmaci in Italia. Limiti, opportunità e prospettive il focus specifico, condotto dall’Onorevole Angela Ianaro.

Gli interlocutori invitati rappresentanti dei vari stakeholders: dal Ministero della Salute – Direzione Ricerca Gaetano Guglielmi; per AIFA Enrico Costa; per il mondo Universitario (Bocconi) Claudio Jommi; Luca Rizzo Nervo per la parte politica; Nicola Panzeri e Frrancesca Patarnello le Pharma; io e Francesco De Lorenzo, Presidente di Favo, il punto di vista dei pazienti.

La discussione, interessantissima, è stata riassunta nel Quaderno n. 8 di Camerae Sanitatis, pubblicato proprio oggi.

Questo il contenuto riportato relativamente al mio intervento:

grazie agli strumenti di early access, si è pervenuti alla autorizzazione di 35 farmaci grazie alla legge 648 e, per quanto riguarda l’accesso delle persone ai farmaci orfani per chi ha una patologia rara prevista dalla legge 326 del 2003, si è registrato un incremento da 20 (anno 2016) a 1361 (2020).

È favorevole ad un aggiornamento degli strumenti di early access attuali che preveda una maggiore armonizzazione di tutte le misure, che hanno l’unico scopo di garantire un accesso precoce alle terapie, anche promuovendo opportune sburocratizzazioni ed una maggiore conoscenza degli strumenti e delle modalità operative per l’accesso ai farmaci precoce da parte dei clinici. Per il Presidente di UNIAMO “le iniziative contenute nel nuovo testo unico di legge sono ottime”, anche perché contenenti “elementi fondamentali che consentiranno anche di ridurre le differenze tra Regioni”; specificando sul punto che “quando l’AIFA approva nuove terapie, l’accesso ai farmaci non risulta comunque garantito”, poiché è necessario un intervento da parte delle Regioni che viaggiano come è noto a velocità molto diverse, portando la differenza tra i tempi di aggiornamento dei prontuari farmaceutici tra una Regione a un’altra sino a 9 mesi”. Per quanto attiene alle patologie ultra-rare, la dottoressa Scopinaro suggerisce la costituzione di un fondo europeo che garantisca un accesso più immediato invece di intraprendere contrattazioni nazionali per un singolo paziente”.